A seguito di un intervento chirurgico o in caso di allettamento prolungato, è fondamentale assumere comportamenti atti a ridurre il rischio di trombosi venosa profonda. Questa patologia, infatti, rappresenta la prima e la più diffusa causa di embolia polmonare. 

Lunghi periodi di immobilità e di allettamento possono provocare e peggiorare rapidamente questo problema, rallentando il ritorno venoso e il flusso sanguigno. Anche per questo è fondamentale scegliere un presidio sanitario in grado di limitare tale rischio. 

In questi casi, le calze antitrombo rappresentano il più efficace strumento. Rispondiamo alle principali domande legate a questo presidio: quando indossare e quando togliere le calze antitrombo dopo l’intervento? Come indossarle e quale calza antitrombo scegliere?

Calze antitrombo: quando usarle? 

Le calze antitrombo vengono prescritte da un medico specializzato in caso di periodi prolungati di allettamento o immobilizzazione degli arti inferiori. Questi presidi contribuiscono a ridurre il rischio di trombosi venosa profonda, favorendo l’afflusso sanguigno nelle gambe e rendendo più sicuro e rapido il decorso post-operatorio (di media o lunga durata). 

La trombosi venosa profonda si verifica quando, all’interno di una vena profonda di un arto, viene a crearsi un coagulo di sangue. Ciò avviene principalmente presso arti situati a livello della coscia, del polpaccio o della pelvi. La trombosi venosa profonda è causata da uno scorretto ritorno venoso, il quale provoca una disfunzione endoteliale e uno stato di ipercoagulabilità. 

Tipologie di calze antitrombo

In commercio, esistono tre diverse tipologie di calze antitrombo:

  • autoreggente. Sostengono la gamba dalla punta del piede sino alla zona inguinale;
  • gambaletto. Coprono la gamba dal polpaccio in giù;
  • monocollant. Supportano la gamba dall’anca e sino al piede. 

A seconda delle esigenze, il medico indica la migliore tipologia di calza antitrombo, fornendo consigli di utilizzo e determinando il periodo in cui dovrà essere indossata. 

Calza antitrombo: quando metterla e come

La calza antitrombo presenta una punta ispettiva, che consente al medico di monitorare lo stato di salute dell’arto senza l’esigenza di sfilare il presidio. Una calza antitrombo va indossata a seguito di un’operazione chirurgica, come:

  • parto cesareo;
  • protesizzazione dell’anca o del ginocchio;
  • intervento al menisco o al ginocchio.

I pazienti che già presentano problematiche di circolazione sanguigna potrebbero riscontrare un peggioramento, provocato da un lungo periodo di riposo o allettamento conseguente all’operazione chirurgica.

Pertanto, il medico indicherà quale calza antitrombo indossare durante il periodo riabilitativo. Prima di indossare il presidio, occorre assicurarsi che la pelle sia ben pulita. Successivamente:

  • cospargere un velo di talco lungo la pelle;
  • indossare i guanti per evitare di danneggiare la calza antitrombo con le unghie;
  • arrotolare la punta della calza sino al tallone;
  • allargare la calza con le mani, poggiando le dita sulla stoffa elastica;
  • srotolare la calza sino al tallone;
  • far aderire la calza sulla gamba, sistemando il tessuto di modo che la zona elastica comprima in modo uniforme gli arti.

È bene agire delicatamente, evitando di tirare le estremità della calza.

Quando togliere le calze antitrombo dopo l’intervento? 

Quando togliere le calze antitrombo dopo l’intervento? Non esiste una risposta univoca a tale domanda: i presidi devono essere portati sulla base delle indicazioni del proprio medico. In genere, le calze antitrombo vanno indossate per circa 40 o 45 giorni

Calze antitrombo: quando toglierle? È possibile togliere le calze antitrombo durante le ore notturne? Questi dispositivi devono essere indossati durante il giorno, ma anche durante la notte, in modo che possano favorire la circolazione. Questa indicazione è valida soprattutto nei casi di assenza completa di deambulazione dal letto.