Le vene sono meno coinvolte dal danno diabetico ma non è escluso che un diabetico possa sviluppare malattie delle vene. In questi particolari casi il medico, prima di prescrivere l’utilizzo di una calza elastica, dovrà tenere in considerazione alcuni fattori e verificare la presenza di eventuali complicanze che potrebbero controindicarne l’utilizzo. 

Già in alcuni dei nostri articoli precedenti abbiamo parlato di due situazioni che potenzialmente possono interferire con l’utilizzo delle calze a compressione graduata: la arteriopatia e la neuropatia. Entriamo nel dettaglio per comprendere al meglio quali sono le relazioni tra calze elastiche e diabete.

Perché porre attenzione in caso di arteriopatia e neuropatia

Normalmente la compressione trasmessa da una calza non è assolutamente in grado di agire sulla parete delle arterie. Nel caso però queste siano ammalate e con calibro ridotto non è escluso che l’azione della compressione possa causare controindicazione. Inoltre, la frequente concomitanza tra arteriopatia e microangiopatia può rendere i tessuti cutanei più fragili. Per tale motivo il medico, prima di prescrivere una calza elastica, dovrà palpare i polsi periferici e, nel caso in cui questi non siano reperibili o presentino anomalie, dovrà procedere con ulteriori accertamenti prima di consigliare una calza elastica soprattutto se di alto livello di compressione.

Si deve anche tenere presente che in caso di eccessiva pressione, sarà sufficiente una piega nella calza, per creare delle lesioni nella pelle che in un diabetico - soprattutto se scompensato - possono divenire porte di ingresso di infezione potenzialmente molto pericolose ed essere la causa anche di successive amputazioni di un dito e se non peggio dell’intera gamba.

La presenza concomitante, ma anche da sola, di una neuropatia peggiora ulteriormente il quadro clinico, in quanto l’assenza di dolore non permette al paziente di rendersi conto della comparsa e della progressione della lesione.

Quindi calza terapeutica si, ma con attenzione alle indicazione e alle condizioni della persona. Per fortuna non tutti i diabetici sono portatori di complicanze avanzate, in ogni caso è sempre bene svolgere i giusti accertamenti.

Diabete: quali calze scegliere per piedi diabetici 

Da qualche anno l’industria ha iniziato ad interessarsi ai problemi cutanei di pazienti con malattie croniche, con l’obiettivo di riuscire a prevenire l’emergere di alcune complicanze tipiche di determinate malattie.

In particolare questi dati sono disponibili per i portatori di malattia venosa cronica, quando il danno da stasi ha iniziato a produrre sofferenza dei tessuti, diabete e linfedema.

In tutti questi Pazienti mantenere una cute integra è fondamentale. Ogni lesione rappresenta, infatti, un potenziale punto di ingresso per le infezione, che in presenza di umidità trova un ambiente favorevole alla proliferazione di batteri e, conseguentemente accresce la possibilità di sviluppare stasi venosa e linfatica. La propensione allo sviluppo di tali infezioni da parte del diabetico è alla base di tutte queste considerazioni.

La tecnologia e la ricerca tessile hanno messo a disposizione tessuti “medicati” nei quali agli usuali materiali vengono aggiunte sostanze di derivazione naturale, come il chitosano e l’argento, filati noti per le loro proprietà cicatrizzanti e antisettiche.

La calza per il diabetico inoltre viene confezionata evitando ogni cucitura in rilievo e con filati che favoriscono la traspirazione per ridurre le probabilità di creare un ambiente in cui si presenti il rischio di una proliferazione e crescita batterica.

Il motivo, come si è più sopra accennato, è rappresentato dal fatto che i Pazienti con problemi di microcircolo diabetico, sono particolarmente esposti a gravi rischi infettivi. La nostra pelle rappresenta una barriera pressoché insormontabile quando è integra ma basta anche una minima lesione che si apra una porta senza controllo.

Non solo traumi accidentali, ma anche operazioni di manicure fatte in proprio o da operatori improvvisati con la comparsa di ferite minime, o ancora complicanze legate a micosi cutanee come il piede d’atleta, favorite dall’eccessiva sudorazione o dalla scarsa igiene, possono causare l’insorgere di infezioni potenzialmente gravi.

In questi casi una calza “medicata” riesce a ridurre il rischio infettivo ed essendo confezionata in maniera tale da non favorire lesioni può ridurre, sempre in associazione ad una cura “maniacale” della pelle e ad una gestione attenta della malattia, possibili complicazioni.

La presenza del filato medicato nella trama della calza garantisce inoltre l’efficacia costante nel tempo.