Una problematica particolarmente diffusa tra le donne in menopausa, in gravidanza e nelle persone affette da gonfiore alle gambe: le vene varicose. Questo disturbo deve essere curato tempestivamente, per scongiurare la comparsa di sintomi ben più dolorosi. 

Ma quali sono i sintomi e come curare le vene varicose? Scopriamo quali sono le principali modalità d’intervento, come curare le vene varicose in modo naturale senza ricorrere a trattamenti invasivi. 

Vene varicose: sintomi 

I sintomi delle vene varicose si manifestano a causa della stasi venosa. Ciò comporta un edema più o meno evidente, accompagnato da un diffuso senso di pesantezza alla gamba, soprattutto negli orari serali. 

Generalmente, l’area interessata da una vena varicosa risulta calda o pruriginosa. Vene varicose, sintomi da tenere sotto controllo sono:

  • dolore agli arti inferiori;
  • insorgenza di crampi;
  • comparsa della vena, più visibile e ingrossata rispetto al consueto;
  • sensazione di gambe pesanti;
  • temperatura alta nella zona in cui si manifesta la vena varicosa;
  • gonfiore ai piedi o alle caviglie; 
  • prurito alle gambe, soprattutto nella zona della caviglia. 

In presenza dei suddetti sintomi delle vene varicose alle gambe, è bene contattare il proprio medico e stabilire il trattamento più adeguato alla cura delle vene varicose. 

Vene varicose: come curarle?

Avviare immediatamente il processo di cura delle vene varicose è fondamentale per ridurre il rischio di altre alterazioni e disturbi, associati alle varici. Tra i possibili trattamenti per curare le varici rientrano:

  • la terapia farmacologica, consistente nell’assunzione di farmaci antinfiammatori, sostanze flebotoniche, antiedemigeni e profibrinolitici;
  • trattamenti endovascolari. Trattasi di procedure mini-invasive che utilizzano le tecnologie laser o la radiofrequenza per l’asportazione delle varici. Non essendo dolorosi, questi trattamenti rappresentano la migliore alternativa all’intervento chirurgico, non comportando cicatrici di alcun tipo;
  • flebectomia. Un intervento chirurgico piuttosto invasivo, che consiste nella rimozione del tratto venoso interessato dalla varice. Questo genere di intervento è sempre sconsigliato qualora sia possibile trattare il problema scegliendo una terapia conservativa;
  • scleroterapia. Un intervento adatto in caso di varici di piccole dimensioni, che prevede l’iniezione di determinate sostanze chimiche all’interno della vena, con l’obiettivo di ottenere una trasformazione fibrosa della parete venosa;
  • elastocompressione. Tale trattamento prevede l’utilizzo di calze a compressione graduata.

Come curare le vene varicose con le calze a compressione graduata

Ai primi sintomi di vene varicose alle gambe, è preferibile iniziare subito a indossare le calze a compressione graduata. Queste calze elastiche, infatti, esercitando una pressione decrescente dalla caviglia fino alla coscia, spingono il sangue verso l’alto. Questa azione benefica permette al sangue di trovare meno resistenza, circolando in modo più naturale. 

A seconda della tipologia e della gravità del problema, è bene scegliere una calza dalla forza elastica adatta allo scopo. La calza a compressione graduata deve riuscire a riportare l’ipertensione venosa ai limiti della normalità.  

Nonostante le calze elastocompressive rappresentino il miglior supporto per eliminare i disturbi principali ed evitare le complicanze associate alla varice, esse non hanno comunque la capacità di far regredire del tutto la vena varicosa.